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Partenza da Ponte Tresa (VA) alle ore 6:00 per una breve escursione in Val Bedretto e precisamente al Passo del Corno (2.485 m). La Val Bedretto si estende dal Passo della Novena, che con i suoi 2.478 metri è il più alto valico carrozzabile della Svizzera, fino alla diga dello Stalvedro di Airolo (1.150 m), e tra il Pizzo Gallina (3.067 m) e il Grieshorn (2.969 m) si formano le sorgenti del fiume Ticino che porta le acque di queste montagne nel fiume Po e quindi nel Mare Adriatico. La sua forma è legata al periodo delle glaciazioni quando la valle era ricoperta da un unico ghiacciaio dal quale spuntavano solo le vette che superavano i 3.000 metri. Il paesaggio è testimone della storia del ghiacciaio: dai fertili pascoli creati dai detriti lasciati dal suo ritiro, fino ai segni lasciati nelle pareti rocciose arrotondate creati dal suo spostamento. Le rocce di origine vulcanica o metamorfiche testimoniano che questo ambiente è stato interessato anche dai grandi movimenti tellurici che diedero origine alla catena alpina.
Alle ore 7:35 siamo al parcheggio dell’Alpe Cruina (2.003 m) da dove parte la nostra escursione. C’é un bel sole e la temperatura è gradevole. Attraversiamo la strada e subito imbocchiamo il sentiero. I prati sono ricoperti di bellissimi fiori alpini e il bianco degli eriofori contrasta con il verde scuro dell’erba. Da subito la capanna del Corno Gries (2.338 m) è ben visibile. Di proprietà del CAS di Bellinzona e Valli, è stata ristrutturata nel 2007 ed ha una capacità di 50 posti letto. Dopo un primo strappo siamo all’Alpe del Corno (2.205 m) e seguendo il sentiero che sale sul versante destro della valle, arriviamo alla Capanna. Da qui inizia la Valle del Corno. Balza subito all’occhio la quantità di neve ancora presente. La Val Bedretto, data la sua altezza, è una delle zone più innevate del Canton Ticino e da sempre è stata teatro di numerose valanghe. Da ricordare quella del 1749 che colpì il villaggio di Ossasco, facendo 13 vittime, e quella del 1863 che colpì Bedretto e che fece 29 vittime. Attraversando la valle salta subito agli occhi la diversità dei due versanti: sul lato destro i prati che arrivano fino alle pendici delle montagne, sono di un verde che cambia continuamente colore a secondo della luce; su quello sinistro invece solo rocce e nevai. La valle è chiusa dalla morena del Ghiacciaio del Gries che un tempo arrivava fin qui. Attraversiamo la morena e ci troviamo praticamente sospesi sul lago del Corno (2.477 m). Il sentiero ne segue la forma allungata e le sue acque, dal colore blu intenso, sono attraversate da continui bagliori di luce. Il lago è alimentato da quel che resta del Ghiacciaio del Corno, che ritiratosi fin sotto le pendici del Grieshorn (2.969 m) combatte la sua lotta contro lo scioglimento. Arrivati sul Passo del Corno (2.485m) davanti a noi si apre il magnifico anfiteatro dominato dalla mole maestosa del Ghiacciaio del Gries. La bellezza di questo luogo è indescrivibile: sulla nostra destra il Nufenenstock (2.865 m) e poi in fondo un susseguirsi di cime e ghiacciai che si perdono nei cieli del Vallese; davanti a noi il Ghiacciaio del Gries che dalle vette del Blinnenhorn (3.374 m) sfuma nelle acque del Griessee (2.386m), e sulla sinistra il Passo del Gries (2.479 m), che confina con la Val Formazza e che è testimone delle attività degli uomini da migliaia di anni: vi transitarono i Romani ed i Walser per colonizzare il Piemonte; nel 1852 anche il noto musicista Richard Wagner da qui iniziò il suo viaggio in Italia, e in un recente passato era noto per l’attività di contrabbando tra l’Italia e la Svizzera. Facciamo molte foto e lasciatoci alle spalle il Ghiacciao del Gries, iniziamo il ritorno ed in breve arriviamo in prossimità della Capanna del Corno Gries. Ci preoccupa la presenza di un elicottero della REGA che sta facendo un intervento dalle parti della Scaglia di Corno (2.640 m). Un escursionista ci informa di aver visto una persona cadere giù dal sentiero e il giorno dopo scopriamo che a ferirsi in maniera abbastanza seria, è stato un pensionato della Valtellina. Speriamo che non sia niente di grave. Ci fermiamo su un prato appena sotto la capanna del Corno e dopo aver mangiato riprendiamo il sentiero che in breve ci riporta alla macchina.
Per la particolare conformazione geologica, per la bellezza della luce, caratterizzata dalla sua esposizione Est-Ovest e dalla presenza dei ghiacciai e dei laghi, e per le varie specie di fiori che crescono su questi prati, noi consideriamo questa valle tra le più affascinanti del Canton Ticino e ci ritorniamo ogni anno con grande interesse. |
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